CONTATTACI

Trasparenza

Obiettivi di sviluppo sostenibile, parte 2: come applicarli alla moda?

.
Share on Email Share on Facebook Share on Twitter

Ora che sappiamo cosa sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) alla base dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come possiamo applicarli al settore della moda e all’industria tessile? I 17 obiettivi sono strettamente correlati tra loro, ma alcuni di essi sono più urgenti per questi settori e richiedono delle azioni immediate.




Come può la moda impegnarsi per lo sviluppo sostenibile?


Gli OSS coprono diverse tematiche sociali, ambientali ed economiche, dimostrando che la sostenibilità ha molteplici aspetti che non possono prescindere uno dall’altro e definendo un piano per non lasciare indietro nessuno. La moda e l’industria tessile sono due settori che hanno un enorme impatto sul nostro pianeta e che devono quindi impegnarsi al massimo nell’implementazione degli obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e un futuro di pace e prosperità.


I 17 OSS sono tra loro correlati e la moda e l’industria tessile possono influire su ogni obiettivo, ma in alcuni ambiti è necessario che questi settori agiscano con una particolare urgenza. Vediamo quali sono i principali aspetti da migliorare in termini di sostenibilità per la moda e il settore tessile.


Sconfiggere la povertà


Il primo OSS è sconfiggere la povertà, ovunque e in ogni sua forma. La moda e il settore tessile sono tra i principali datori di lavoro a livello a mondiale: si stima che una persona su sei sia impiegata in quest’area. La maggior parte di questi lavoratori vive però nei Paesi in via di sviluppo, dove le leggi favoriscono un costo della manodopera basso. Secondo uno studio effettuato da Deloitte per Oxfam, solo il 4% del prezzo di un capo va alla persona che lo produce.


Questo obiettivo è strettamente legato all’ottavo, incentrato su lavoro dignitoso e crescita economica, e al decimo, focalizzato su ridurre le disuguaglianze. La disparità tra chi produce i vestiti e chi li rivende è spesso enorme a causa dei salari non equi.


Parità di genere


Il quinto OSS riguarda la parità di genere. L’80% circa dei lavoratori nella moda e nell’industria tessile sono donne, in alcuni casi anche molto giovani o addirittura bambine, ma la parità di genere sembra essere una delle tematiche meno interessanti per questi settori. Molte delle lavoratrici sono infatti costrette a vivere in una situazione di costante insicurezza e sfruttamento, dovuta a salari bassi, straordinari forzati, discriminazione in caso di gravidanza e abusi fisici e verbali.


All'inizio del 2020, è stato pubblicato uno studio del Bangladesh Center for Workers Solidarity (BCWS) e del Network per lo sviluppo e la comunicazione delle donne africane (FEMNET) condotto nelle fabbriche del Bangladesh. 642 lavoratori sono stati coinvolti, tra cui 484 donne. Circa il 75% dei soggetti intervistati ha riferito di subire abitualmente violenza di genere, molestie sessuali comprese, mentre un terzo delle lavoratrici è stato minacciato o picchiato dai propri superiori. Si stima inoltre che il salario femminile, a livello globale, sia in media inferiore del 20% rispetto a quello maschile.


Acqua pulita e servizi igienico-sanitari


Il sesto OSS vuole garantire a tutti l’accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari di base. Il settore tessile consuma ingenti quantità di acqua, generando il 20% delle acque reflue globali. Più dell’80% di esse vengono poi riversate nei fiumi e nei mari senza essere ripulite. Gli abitanti delle aree produttive hanno quindi un’alta probabilità di utilizzare acqua inquinata per attività necessarie, come bere o lavarsi.


Questo obiettivo è strettamente legato al quattordicesimo, incentrato sulla vita sott’acqua, che rischia di essere danneggiata dalle sostanze chimiche tossiche e dalle microplastiche rilasciate nell’ambiente durante la produzione di abbigliamento. 300 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno e 8 di queste finiscono negli oceani. Gli animali ingeriscono i piccoli pezzi di plastica, che entrano quindi nella catena alimentare, arrivando fino all’uomo.




Consumo e produzione responsabili


Il dodicesimo OSS mira a promuovere modelli di consumo e produzione responsabili. La sovrapproduzione e l’eccessiva richiesta di capi d’abbigliamento sono due delle principali problematiche della moda e dell’industria tessile. Attualmente acquistiamo in media il 60% in più di vestiti rispetto al 2000, ma li usiamo la metà delle volte rispetto a prima e il 40% dei capi prodotti non viene mai indossato. Sia i brand che i consumatori devono quindi assumersi le proprie colpe per l’impatto ambientale e sociale di questi settori: se il consumo rimane sui trend attuali, nel 2050 saranno necessarie il triplo delle risorse naturali rispetto a quelle utilizzate nel 2000.


Lotta contro il cambiamento climatico


Il tredicesimo OSS è la lotta contro il cambiamento climatico. La moda e l’industria tessile sono due dei settori più inquinanti. Essi provocano circa il 10% delle emissioni globali di gas serra e utilizzano generalmente un sistema di produzione e consumo lineare, in cui alla fine della loro vita i prodotti vengono portati nelle discariche oppure inceneriti.


Questo obiettivo è strettamente legato al settimo, incentrato sull’energia pulita e accessibile. Di questo passo, infatti, se non si trovano soluzioni alternative, entro il 2030 le emissioni di gas serra provocate dalla moda e dall’industria tessile saliranno ancora del 60%, occupando oltre un quarto del carbon budget, ovvero la quantità di anidride carbonica che può essere rilasciata nell’atmosfera sperando di mantenere l’aumento delle temperature nel limite dei 2 gradi Celsius. Come stimato dal rapporto del 2021 di McKinsey e della Global Fashion Agenda, la riduzione potenziale dell’impatto ambientale della moda e dell’industria tessile dipende per circa il 63% dalle scelte in materia energetica.


Vita sulla terra


Il quindicesimo OSS riguarda la vita sulla terra. La moda e l’industria tessile hanno un alto impatto sulla biodiversità, a causa dello sfruttamento del terreno per produrre materie prima, dell’eccessivo consumo di risorse naturale e della sovrapproduzione, che causa un’enorme quantità di rifiuti. Circa 25 miliardi di capi nuovi ogni anno vengono buttati o bruciati senza essere mai stati indossati.


Partnership per gli obiettivi


Il diciassettesimo e ultimo OSS vuole promuovere la partnership per gli obiettivi precedentemente definiti, invitando le istituzioni, i privati e tutta la società civile a impegnarsi per costruire un mondo di pace, sostenibilità e prosperità. Questo obiettivo riguarda quindi tutti, moda e industria tessile incluse.

Potrebbe interessarti anche