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Il caro energia investe il settore tessile

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Il 2022 sarà ricordato (anche) come l’anno del caro energia, con i prezzi delle bollette che stanno raggiungendo delle cifre astronomiche. Il futuro appare tutt’altro che roseo, con questi numeri che sembrano destinati a peggiorare ulteriormente. A pagarne le conseguenze non sono solamente i privati, ma anche le imprese, comprese quelle del settore tessile.


Quali sono le cause del caro energia?


Sono diverse le cause che hanno contribuito al caro energia. Già nelle settimane che hanno preceduto lo scoppio della guerra in Ucraina, avvenuto nel febbraio 2022, erano presenti alcune tensioni relative al prezzo del gas, dovute principalmente allo squilibrio tra domanda e offerta. A gennaio 2022, infatti, esso era cresciuto del 421% in Europa rispetto a dicembre 2019. Nello stesso periodo, i prezzi di petrolio e carbone erano saliti rispettivamente del 24% e del 122%.


La situazione è poi esplosa definitivamente con l'invasione russa, cui sono seguiti diversi tagli delle forniture da parte di Mosca, da cui provengono quasi la metà del gas, il 44% del carbone e circa il 25% del petrolio utilizzati nell’Unione europea. La crisi in Italia è stata inoltre amplificata nella stagione estiva dalle alte temperature e dalla siccità. Il caldo ha portato a un maggiore consumo energetico dovuto all’uso dei condizionatori, mentre la mancanza di acqua nei corsi ha reso difficoltoso il suo utilizzo per la produzione di energia, per cui è stato impiegato il gas, e i trasporti fluviali, che sono stati effettuati su strada.


Secondo l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, in assenza di interventi mirati l’aumento per il trimestre che avrà inizio il 1° ottobre potrebbe essere “di oltre il 100%” rispetto al trimestre precedente, arrivando a livelli “difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici”.


L'aumento delle bollette luce e gas colpisce il settore tessile


Anche il settore tessile, e di conseguenza Candiani Denim, è stato largamente colpito dall'aumento delle bollette di luce e gas. I costi di giugno 2022 sono stati di circa 3,5 volte superiori rispetto a quelli di un anno prima, mentre l’energia impiegata per soli dieci giorni ad agosto potrebbe costare come quella utilizzata in due interi mesi del 2021. Numeri che impressionano, soprattutto pensando al fatto che per circa 20 anni, dal 2000, i prezzi dell’energia erano rimasti pressoché stabili.


Per quanto riguarda il costo del metano, esso è più che quadruplicato nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, con la nostra bolletta che è passata da poco meno di 500mila euro a quasi 2,4 milioni. Simile la situazione dei tre mesi successivi, con i nostri costi che sono cresciuti da poco più di 500mila euro a più di 1,9 milioni di euroLe prospettive per il terzo e il quarto trimestre indicano un nuovo aumento dei costi, che potrebbero crescere di oltre il 100% tra luglio e settembre rispetto ai tre mesi precedenti e poi, secondo l’Arera, ulteriormente raddoppiare tra ottobre e dicembre rispetto al trimestre precedente.


Non è stato molto diverso il comportamento dei prezzi dell’energia elettrica, con la nostra bolletta del primo trimestre del 2022 che è passata dai poco meno di 1,2 milioni di euro del 2021 a circa 4,4. Nei tre mesi successivi, invece, i nostri costi sono stati pari a oltre 4,5 milioni di euro rispetto ai poco più di 1,5 dell’anno precedente. Le prospettive per il terzo e il quarto trimestre risultano simili a quelle delineate per il metano.




Se prima era il costo del cotone, salito da 0,65 dollari a libbra a gennaio 2021 a 1,2 a luglio 2022, a preoccupare l’industria del denim, a causa del caro energia esso è invece passato in secondo piano. Nel periodo antecedente la crisi, il prezzo dell’energia pesava meno del 10% sui nostri costi, mentre nel 2022 è arrivato al 30%. Si stima che la percentuale possa salire anche al 50, raggiungendo così la somma del costo del cotone e della manodopera.




La scalabilità della sostenibilità aiuta Candiani Denim


Candiani Denim è riuscita ad assorbire parzialmente l’aumento dei costi di produzione grazie alle strategie di efficientamento energetico e sostenibilità che da quasi 50 anni adottiamo. I nostri prezzi medi per metro di tessuto sono passati da 5,35 euro nel periodo tra gennaio e luglio 2021 a 7,23 negli stessi mesi del 2022, mentre dovrebbero essere pari almeno a 9 se seguissero la crescita dei costi dell’energia: una cifra inaccettabile per il mercato, considerato che i nostri principali concorrenti vendono da poco più di 4 euro al metro a scendere.


Dal 1974, anno dell’istituzione del Parco del Ticino, in cui la nostra azienda ha sede, lavoriamo per efficientare tutti i nostri processi. La ricerca e le innovazioni sostenibili che ci contraddistinguono ci hanno quindi permesso di ottenere riduzioni e risparmi significativi per quanto riguarda l’utilizzo di energia e la loro scalabilità ha fatto sì che la nostra sostenibilità non sia solamente un lusso, ampliando il pubblico a cui ci rivolgiamo.


Di seguito alcuni esempi delle implementazioni effettuate negli anni:




Senza alcun intervento mirato da parte di governi e istituzioni, il caro energia diverrà comunque insostenibile.




L'aumento delle bollette luce e gas 2022 rischia di mettere fuori gioco il Made in Italy


L'aumento delle bollette di luce e gas del 2022 rischia di distruggere gran parte delle imprese manifatturiere rimaste. Come successo anche in molti altri settori, dal 2000 la produzione di denim e di jeans si è spostata massivamente verso Paesi con costi di produzione minori rispetto a quelli da sostenere in Europa, diffondendosi in particolare in Bangladesh, Cina, India, Pakistan, Turchia, e l’area del Nordafrica, dove un metro di tessuto viene venduto da poco più di 4 euro a scendere.


Negli ultimi anni, grazie anche agli investimenti e alle innovazioni di Candiani Denim, sono stati invece rivalutati gli aspetti qualitativi e sostenibili garantiti dalla produzione tessile italiana ed europea, rivitalizzata dalla maggiore attenzione dei consumatori e delle aziende verso le problematiche ambientali e sociali. Questa nuova sensibilità stava facendo riguadagnare all’Italia una posizione da protagonista nel tessile mondiale, ma il caro energia sta riportando soprattutto il nostro Paese in una situazione di svantaggio.


Flessibilità, sostenibilità, qualità e filiera corta sono caratteristiche importanti per il mercato consumer internazionale, ma senza un adeguato supporto delle istituzioni italiane ed europee la delicata situazione energetica rischia di abbattere definitivamente la manifattura del Belpaese.

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