Venerdì 23 settembre 2022, in occasione del White Sustainable Market, Simon Giuliani, global marketing director di Candiani Denim, ha presentato la nostra tecnologia COREVA™ per jeans sostenibili durante l’evento Smart materials e nuove soluzioni per la moda, parte del Circular Stage supportato dal ministero della Transizione ecologica e organizzato in collaborazione con Wired, C.L.A.S.S. Ecohub e Cittàdellarte Fondazione Pistoletto.
I nuovi materiali per una moda sostenibile
Insieme a Simon Giuliani, hanno raccontato la loro esperienza con i nuovi materiali per la moda sostenibile Stefano Babbini, ingegnere ambientale, amministratore delegato e co-fondatore di SQIM Technology Holding di MOGU ed EPHEA, Ali Schachtschneider, head strategist di Spiber Sustainable Textile Systems, Jeroen Muijsers, amministratore delegato di FLOCUS, e Stefano Albini, presidente di Cotonificio Albini Group. Moderatrice Giusy Bettoni, amministratrice delegata e fondatrice di C.L.A.S.S.
L'obiettivo dell’evento era di fare chiarezza insieme ai protagonisti del settore tessile su alcuni dei materiali innovativi recentemente sviluppati nel settore della moda. Le informazioni disponibili, soprattutto per i consumatori, sono infatti spesso carenti oppure inesatte.
L’abbigliamento sostenibile creato con la tecnologia COREVA™ di Candiani Denim
Simon Giuliani ha raccontato lo sviluppo della tecnologia COREVA™, brevettata da Candiani Denim per creare il primo denim elasticizzato 100% biodegradabile e compostabile al mondo. I tessuti COREVA™ sono formati da un cuore di gomma naturale, attorno a cui si avvolge il cotone organico, e non contengono plastiche o microplastiche. Estetica, durata e qualità dei prodotti non vengono compromessi. In nessun momento del suo processo produttivo o del suo ciclo di vita l’abbigliamento sostenibile creato con COREVA™ rilascia nell’ambiente sostanze dannose.
Grazie alla tecnologia COREVA™, siamo sempre più vicini a un modello completamente circolare, in cui le materie prime vengono utilizzate per creare tessuti, e poi capi di abbigliamento, che, una volta dismessi, possono tornare alla natura e fungere da fertilizzante per coltivare nuove materie prime, avendo un impatto positivo sul pianeta.
Tutti gli interventi (in inglese) sono disponibili qui.