Il 29 novembre è stato presentato il secondo report annuale del Monitor for Circular Fashion, creato dalla SDA Bocconi School of Management e parte del suo Sustainability Lab e powered by Enel X. Il progetto è stato lanciato nel 2020 e offre una rappresentazione che viene costantemente aggiornata di ciò che riguarda sostenibilità e circolarità nella moda italiana.
Temi centrali i claim sulla sostenibilità e l’eco-design
Due sono stati le tematiche centrali dell’edizione 2022 del Monitor for Circular Fashion:
- le caratteristiche ideali di un claim di sostenibilità, facendo riferimento a quanto definito da UNECE (Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite)
- i principi fondamentali dell’eco-design, identificando come implementarli nelle catene di valore
Nel corso dell’anno, questi temi sono stati testati e validati grazie a otto progetti pilota svolti dalle aziende parte del Monitor:
- Think leather (Holding Moda, Gab Group e Quid), piccoli oggetti di pelletteria creati con gli scarti della lavorazione del pellame
- Eco-designed jeans (Kering e Candiani Denim), jeans composti da cotone organico certificato al 100% progettati secondo i principi dell’eco-design
- Trace Me (Vitale Barberis Canonico e Quid), una shopper prodotta in Italia con tessuto recuperato in fibre di lana tracciabili
- Repairing T-shirt (Oscalito, Albini Group e CRU LE), una maglietta in filato di cotone biologico e toppe in tessuto riciclato composto da materiali di recupero, tracciabile dal campo di cotone al negozio
- What if bag (OVS, RadiciGroup e Quid), una borsa creata con un unico tessuto, 100% in poliammide riciclato 6 certificato da GRS (Global Recycle Standard), e completamente riciclabile
- Component shoe (Candiani Denim e Vibram), un paio di scarpe realizzato utilizzando solo cinque componenti, assemblabili a casa, tra cui una tomaia in denim di cotone riciclato e una suola in materiali naturali certificati FSC (Forest Stewardship Council)
- Anima (RadiciGroup, Save the Duck e Vibram), uno zaino bimateriale in tessuto di filato di poliammide riciclato al 100%, certificato GRS e conforme allo standard Oeko-tex 100 per la produzione responsabile, e gomma riciclata al 100% da stabilimenti conformi agli standard ISO (l’Organizzazione internazionale per la normazione)
- M-pocket (Manteco e RadiciGroup), custodie riciclabili per tablet, realizzate partendo da scarti di produzione di tessuto proveniente da lavorazioni industrializzate
Temera ha poi digitalizzato le informazioni su tutti i progetti pilota, a cui è possibile accedere tramite un QR code.
“Implementare i principi di eco-design ci permette di accelerare la transizione verde”
“L’implementazione di principi di eco-design lungo le catene del valore circolari della moda costituisce la vera opportunità che abbiamo per accelerare la transizione verde nei prossimi anni. In coerenza con il lavoro svolto nei primi due anni, il Monitor for Circular Fashion continuerà ad accogliere aziende che desiderano anticipare e guidare il cambiamento sostenibile e circolare nelle catene del valore del settore tessile, abbigliamento, pelle e calzature, partendo dalla tracciabilità e dalla trasparenza di filiera”, ha dichiarato Francesca Romana Rinaldi, direttore del Monitor for Circular Fashion.
Le opportunità (e le sfide) del Digital Product Passport
L'evento è stato infine l’occasione per presentare i risultati del lavoro sul Digital Product Passport, svolto con i service provider partner del Monitor for Circular Fashion (Dedagroup Stealth e PLM Impianti, oltre a Temera). L'obiettivo di questo strumento è quello di fornire a tutti i soggetti interessati, dai produttori a chi si occupa dello smaltimento, passando per i consumatori, le informazioni relative a un prodotto.
Come succede per le persone, anche gli oggetti possono così avere un loro documento di identità, che racconta non solo le sue componenti, ma anche, per esempio, come esso possa essere smontato o riparato in caso di rottura. Tutte queste informazioni sono poi inserite in una banca dati dell’Unione europea, che fornisce un formato standard da utilizzare per tutti i prodotti venduti sul mercato unico europeo. Tra le sfide del Digital Product Passport, si trova invece la riservatezza dei dati per le aziende che desiderano proteggere la propria proprietà intellettuale.