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Trasparenza

Upcycling: perché sta diventando necessario nella moda?

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La necessità attuale di trovare modelli di produzione e consumo sempre più sostenibili ha reso l’upcycling un’attività particolarmente in voga. Nella moda, esso consiste nel creare abiti e accessori, sempre unici nel loro genere, partendo da materiali di scarto, che possono essere prodotti non venduti, stock di magazzino, articoli vintage o tessuti e materie prime non utilizzate.


La storia del termine upcycling


La storia del termine upcycling ha inizio nell’ottobre del 1994, quando venne utilizzato per la prima volta dall’ingegnere meccanico tedesco Reiner Pilz in un articolo. Pilz commentava la direttiva dell’Unione europea sullo smaltimento dei rifiuti, sostenendo che con essa veniva distrutto ciò che invece avrebbe dovuto essere riutilizzato e migliorato (come oggi prevede l’upcycling).


Il concetto venne però dimenticato fino al 2002, quando l’architetto statunitense William McDonough e il chimico tedesco Michael Braungart pubblicarono il libro Cradle to Cradle: Remaking the Way We Make Things, in cui trattarono la tematica del riciclo creativo, affermando che dovremmo fare di tutto per allungare e migliorare la vita di materiali e oggetti.




La differenza tra riciclo e upcycling


C'è una grande differenza tra riciclo e upcycling. Il riciclo prevede la raccolta e il trattamento di materiali e oggetti che sono stati buttati al fine di renderli nuovi prodotti. La qualità finale è uguale oppure minore rispetto a quella di partenza.


L'upcycling consente invece di riusare materiali e oggetti che non sono ancora stati gettati via con l’obiettivo di realizzare nuovi prodotti con una qualità maggiore, nuove funzionalità e un valore, anche estetico, più alto.


Sia il riciclo che l’upcycling possono avvenire pre o post-consumo. Nel primo caso, vengono utilizzati dei materiali che non sono ancora passati per i consumatori, mentre nel secondo si parla di prodotti finiti e già venduti e utilizzati.


I dati sui vestiti buttati ogni anno


Guardando ai dati sugli sprechi del mondo della moda, è evidente perché l’upcycling in molti casi non sia più una strategia volontaria, ma una crescente necessità. Secondo il Parlamento europeo, dal 1996 la quantità di indumenti acquistati per ogni cittadino europeo è cresciuta del 40%. Questo fenomeno, dovuto al drastico calo dei prezzi, ha comportato la riduzione del ciclo di vita dell’abbigliamento. I cittadini europei acquistano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11. L'87% dei vestiti buttati ogni anno viene portato in discarica oppure incenerito. Lo stesso accade per i capi che risultano invenduti, circa 25 miliardi a livello globale.


I vantaggi dell’upcycling


I vantaggi dell’upcycling sono principalmente di carattere ambientale, ma non solo. L’upcycling permette di dare una seconda vita a materiali e oggetti, riducendo notevolmente l’impatto che un settore ha sull’ambiente. Questa pratica diminuisce il volume dei rifiuti destinati allo smaltimento, ma anche la domanda di nuovi materiali, e di conseguenza le emissioni di CO2 e l’utilizzo di sostanze inquinanti necessarie nei processi produttivi.


L'upcycling consente inoltre un risparmio di tipo economico per le aziende, che hanno bisogno di meno acqua, elettricità e materie prime nella loro produzione, e anche per i consumatori, che possono modificare e ricondizionare i propri oggetti quando necessario o desiderato.


Infine, l’upcycling permette di possedere oggetti unici e di grande valore e di dare sfogo alla creatività, nel caso in cui si decida, per esempio, di riqualificare un capo o accessorio con le proprie mani.




Candiani Upcycling Project


Come visto anche nella sfilate autunno-inverno 2023-2024, l'upcycling sembra destinato a diventare un importante trend nel mondo del denim. Noi abbiamo deciso di anticiparlo con il Candiani Upcycling Project (CUP), che vuole dare una nuova vita ai nostri vecchi tessuti e capi in denim. Ogni indumento è unico e realizzato interamente nel nostro laboratorio di Milano, in piazza Mentana, 3



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