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Tracciabilità

La visione di Candiani Denim per costruire un modello circolare nel settore del denim

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Costruire un modello completamente rigenerativo e circolare all’interno del settore del denim è il prossimo grande obiettivo di Candiani Denim. COREVA™, la nostra tecnologia brevettata per produrre il primo denim elasticizzato biodegradabile e compostabile al mondo, è stato il nostro primo passo verso un simile sistema.


L'abbigliamento è composto da materiali biodegradabili e compostabili


Nella nostra visione, i capi d’abbigliamento vengono creati con materiali e ingredienti biodegradabili e compostabili che, alla fine della loro vita, possono tornare alla natura ed essere usati per crescere le nuove fibre che comporranno l’abbigliamento di domani.


Il cotone e le altre materie prime vengono procurate in modo responsabile e quindi lavorate in filatura, tintoria, tessitura e finissaggio utilizzando i macchinari, le tecnologie e le sostanze più sostenibili, che possono aiutare a risparmiare e recuperare acqua ed energia, ridurre le emissioni di CO2 ed eliminare gli agenti chimici tossici e dannosi. Un esempio è Kitotex®, la nostra tecnologia brevettata per fissare il colore basata sul chitosano, un materiale biodegradabile non tossico.


I tessuti tinti vengono tagliati e cuciti il più vicino possibile al loro luogo di produzione per minimizzare le emissioni di CO2 del trasporto e lavati con tecnologie all’avanguardia ed ecosostenibili. Secondo le Nazioni Unite, il settore della moda causa infatti circa il 10% delle emissioni di gas serra e il 10% delle acque reflue a livello mondiale.


I vestiti di seconda mano e riciclati sono al centro dell’economia circolare


Crediamo che ogni cittadino debba inoltre fare la sua parte nello sviluppo dell’economia circolare. Tutti dovrebbero essere consapevoli dell’impatto ambientale e sociale del settore della moda e cercare più trasparenza e tracciabilità lungo l’intera filiera.


È necessario far durare i capi il più a lungo possibile utilizzando gli accorgimenti migliori per la loro cura e ripararli quando serve. Secondo il Parlamento europeo, la quantità di abiti acquistati dai cittadini europei è cresciuta del 40% dal 1996. Di conseguenza, ogni articolo viene indossato un numero minore di volte e il ciclo di vita dell’abbigliamento si riduce.


Quando i vestiti non servono più, possono essere donati ad altri, rivenduti sul mercato dell’abbigliamento di seconda mano o riutilizzati in modo creativo e, quando sono troppo vecchi e ridotti male per essere ancora usati, possono essere riciclati. Secondo Statista, il mercato globale dell’abbigliamento di seconda mano sta rapidamente crescendo: nel 2021, il suo valore era di 96 miliardi di dollari e si stima che raggiungerà i 218 nel 2026. Al contrario, riciclare gli abiti è ancora piuttosto raro: solo l’1% dei capi vengono riciclati nel mondo, in parte a causa della mancanza di tecnologie, ma anche perché il 60% dell’abbigliamento non è riciclabile in quanto composto da fibre miste, che non possono essere separate, o la sua qualità è troppo scarsa.


Non tutte le fibre riciclate sono abbastanza forti per produrre nuovi capi. Usare materiali e ingredienti biodegradabili e compostabili è essenziale per fare in modo che gli scarti ritornino alla natura senza inquinare e possano essere impiegati come fertilizzante nell’agricoltura. Al contrario, attualmente il 71% di tutto l’abbigliamento globale contiene materiali sintetici a base di petrolio, che hanno bisogno di centinaia di anni per decomporsi e rilasciano sostanze tossiche nell’ambiente. 



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