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Storia

Il jeans e la sua storia, parte 2: il successo del fustagno in Inghilterra e nel mondo dell’arte

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Come abbiamo visto nel primo capitolo sulla storia del jeans, la nascita del tessuto più famoso al mondo si deve a diverse città europee produttrici del suo principale antenato: il fustagno. Tra il XVI e il XVII secolo, questo materiale divenne particolarmente amato in Inghilterra, che iniziò a esportarlo anche oltreoceano, e così popolare da essere rappresentato in alcune opere d’arte.


L’uso del fustagno tra i camalli del porto di Genova


Nel XVI secolo, a Genova si produceva fustagno. Questa qualità, resistente e poco costosa, emerse tra tutte le altre manufatte al tempo, specialmente in Italia e in Francia, per il suo filato in cotone invece che in lino, canapa o lana e l'ordito tinto con l'indaco che col guado.


Il porto di Genova era, in quel periodo, uno dei più importanti e all’avanguardia al mondo. Per permettere alle navi di attraversare gli oceani in modo sicuro, il robusto fustagno veniva utilizzato per fabbricare le vele e coprire le merci, ma, ben presto, i camalli, ovvero gli scaricatori del porto, decisero di iniziare a usarlo anche per produrre degli abiti da lavoro indistruttibili. Il colore blu, inoltre, poteva coprire le frequenti macchie.


La diffusione del fustagno di Genova nell’Inghilterra del XVI secolo


Il termine jean o jeans, talvolta in varianti come jeanes, geanes o jeane, iniziò ad apparire negli inventari inglesi proprio alla fine del XVI secolo per indicare il fustagno importato da Genova. L'Inghilterra già dal XII secolo aveva infatti un ruolo importante nel commercio europeo di questo tessuto, in particolare di quello fabbricato a Genova e a Ulm, in Germania, che veniva registrato nei documenti con il nome, spesso storpiato, della città di provenienza.


Un esempio sono l’inventario del 1577 di Thomas Pasmore di Richmond, in cui furono menzionati two yards of whitt jeanes, e quello dell’anno successivo, in cui vennero indicati i fustagni più venduti del tempo a seconda della loro città di origine: whit holme fustian e white holmes (fustagno di Ulm), fustion in aples (fustagno di Napoli), jeanes fustian (fustagno di Genova).


A cavallo tra il XVI e il XVII fu però la domanda interna al Paese di un tessuto bello ed economico a crescere notevolmente. Il fustagno venne individuato come soluzione.


Il fustagno genovese, che non era necessariamente blu, aveva un costo di poco superiore a quello che dai primi anni del XVII secolo veniva prodotto nel Lancashire, in particolare nella zona di Manchester, ma decisamente inferiore a quello del tessuto di Ulm. La sua qualità media unita al prezzo contenuto sancì quindi il suo successo, che portò i termini come jean o jeans a divenire comuni per indicare i prodotti con le caratteristiche di quello genovese, ovvero l’ordito in lino e la trama in cotone. La crescente produzione di questo tessuto nel Lancashire rese il jean popolare anche negli Stati Uniti.


I Teli della Passione e il Maestro della tela jeans


Nel frattempo, la storia del jeans iniziò a intrecciarsi anche con la storia dell’arte. Tra gli antenati del denim che noi oggi conosciamo, hanno infatti un posto di rilievo i quattordici teli di lino dipinti a biacca che narrano la Passione di Cristo, conservati nel Museo Diocesano di Genova e conosciuti come i Teli della Passione.


La principale caratteristica di queste opere è il loro sfondo blu. L'uso dell’indaco a Genova è documentato fin dal 1140, ma divenne ampiamente diffuso solo nella seconda metà del XVI secolo, grazie ai maggiori commerci con i Paesi orientali.


I teli furono realizzati tra il 1538 e la fine del XVII secolo per l’abbazia benedettina di San Nicolò del Boschetto. Erano stati commissionati ad alcuni artisti genovesi, tra cui Teramo Piaggio e i suoi collaboratori, che si ispirarono a Raffaello e, soprattutto, ad Albrecht Dürer, del quale riprodussero alcune incisioni. Le opere venivano utilizzate durante le celebrazioni della Settimana santa.




Anche le prime raffigurazioni di abiti realizzati con un tessuto simile al moderno denim sono databili XVII secolo. Nonostante essi possano essere ritrovati nei dipinti di pittori fiamminghi, francesi, italiani e spagnoli, i più famosi furono rappresentati da un artista non identificato e conosciuto come il Maestro della tela jeans. Le opere, realizzate con colori cupi di ispirazione caravaggesca, mostrano la vita quotidiana e frugale di diversi personaggi dell’epoca. Molte di queste figure indossano un tessuto blu scolorito in alcuni punti, proprio come quello dei nostri jeans, che oggi vengono trattati artificialmente per ricreare quell'effetto di usura che tradizionalmente distingue il capo.




Alla seconda metà del XVIII secolo risalgono, invece, diverse statuine del presepe con abiti in fustagno genovese, rappresentanti principalmente pastori e mendicanti. Essi sono gli esempi più antichi di capi, seppur in miniatura, confezionati con fustagno arrivati fino ai nostri giorni. 

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