Simon Giuliani, global marketing director di Candiani Denim, è stato ospite di Storie d’impresa, il nuovo format di oltrelamedia.tv presentato da Andrea Crocioni per raccontare la creatività, l’innovazione e la sostenibilità delle aziende italiane. Dalla storia della tessitura ai suoi obiettivi futuri, vediamo i principali temi della puntata.
La Tessitura di Robecchetto Candiani nasce sulla tradizione dei jeans di Genova
La nostra azienda venne fondata nel 1938 con il nome di Tessitura di Robecchetto Candiani “per differenziare l’operazione dei Candiani di Robecchetto da quello che facevano gli altri Candiani sul territorio. 70 anni dopo, non c’erano più altri Candiani che facessero tessile e abbiamo deciso di cambiare il nome in Candiani Denim, in modo che nessuno si domandasse più se il signor Candiani si chiamasse Robecchetto”, ha raccontato Simon Giuliani.
Fin dalla fondazione, ci siamo distinti dagli altri produttori di denim, perché “Candiani rappresenta la tradizione, in quanto il tessuto denim come lo conosciamo fu prodotto per la prima volta a Genova. Oggi, siamo l’unica azienda che ancora lo produce nel territorio dove nacque e mescoliamo questa tradizione con l’innovazione sostenibile, che, ora, è un valore aggiunto e in cui siamo leader del settore. Di padre in figlio, nella famiglia Candiani non è soltanto stata tramandata la conoscenza del prodotto e della gestione industriale, ma, soprattutto, lo spirito di innovazione, incentivato dall’area in cui la sede si trova, che nel 1974 è stata dichiarata il primo parco regionale d’Italia”.
Questa tradizione tessile viene tramandata anche nell’intera comunità che ruota intorno all’azienda, rendendo “le persone il suo cuore pulsante. Faccio sempre un esempio: noi abbiamo quattro reparti e una squadra di calcio maschile e femminile per ognuno, e ci sono i tornei. C’è una bellissima foto del 1981 della squadra femminile della filatura che giocò contro la tintoria. Abbiamo ritratto le stesse persone nel 2021 e sono tutte ancora in azienda. C’è un attaccamento che è un sintomo di responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori; un senso di appartenenza e un sintomo di gradimento del lavoro e, quindi, anche il portare in azienda famigliari che possano fare la stessa esperienza è una cosa ancora molto praticata”.
I jeans customizzati di Candiani racchiudono Made in Italy, innovazione e sostenibilità
Made in Italy, innovazione e sostenibilità sono i tre valori fondanti di Candiani. “Per quanto riguarda il Made in Italy, le persone fanno l’azienda e senza di loro non sarebbe possibile produrre dove produciamo. C’è un heritage tessile fortissimo nella zona. Viene tramandata una capacità di fare e capire il prodotto. L’innovazione è stata accelerata dal mondo moda, oltre che dalla famiglia Candiani. Produciamo alle porte di Milano, dove il mondo moda nel 1938 era già vivo e le maison già esistevano, mentre il denim prodotto negli Stati Uniti era solo un tessuto da lavoro. Presentando alle maison, c’era sempre la richiesta di portare qualcosa di nuovo di stagione in stagione. Anche questo fa parte del Made in Italy: la creatività mista all’ingegneria tessile di altissima qualità. Chi è rimasto a produrre in Italia deve riuscire a fare innovazione e sviluppare quello che non si può trovare altrove, e la sostenibilità va a braccetto con l’innovazione”, ha commentato Simon. Che ha aggiunto che, in un’ottica futura, “vogliamo essere l’ingrediente che dà un valore aggiunto ai capi di un marchio. Il nostro desiderio è quello di essere un elemento che influenza la scelta di un jeans da parte del consumatore finale”.
Il perfetto esempio di come questi tre valori possano essere uniti anche nella realizzazione di un capo finito è la micro-factory Candiani Custom di piazza Mentana, 3, Milano, in cui vengono creati esclusivamente jeans customizzati, su misura e su richiesta. “Abbiamo costruito un modello alternativo al classico negozio di jeans, in cui la produzione industriale di un jeans è stata reingegnerizzata per le dimensioni di un negozio. Offriamo una verticalizzazione dal seme di cotone al capo finito, oltre ad avere la filiera più corta al mondo nel settore, quindi, con la minore impronta ecologica. Il risultato è un capo che hai solo tu al mondo, a cui ti affezioni. Crediamo che restituire valore al capo sia necessario per far sì che la gente compri meno, desideri di più quello che sta comprando e lo sfrutti di più”.
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