Il denim è un tessuto senza tempo, alla base di molti guardaroba da secoli. Durabilità, versatilità e l’iconico colore blu lo hanno reso un classico della moda. Ma come avviene esattamente la creazione di questo materiale? Vediamo i dettagli del processo di produzione del denim.
Le fasi di produzione del denim
Il processo di produzione del denim è un viaggio complesso, fatto dalla combinazione di tecniche tradizionali e innovazioni moderne. Dalla selezione delle fibre all’aggiunta dei tocchi finali, ogni passaggio contribuisce al carattere unico e alla durabilità del denim. Comprendere questo processo permette di apprezzare maggiormente le maestranze dietro questo tessuto iconico.
Il primo passaggio consiste nel selezionare e preparare le fibre. Il denim inizia con il cotone, una fibra naturale spesso mescolata con materiali come l’elastam, il rayon o il lino per migliorare alcune caratteristiche come l’elasticità o la morbidezza, nonostante il denim tradizionale sia 100% in cotone. Le varietà di cotone di alta qualità, resistente e durevole sono cruciali per il successo del processo produttivo, in quanto il denim non può esistere senza cotone. Prima che il cotone arrivi allo stabilimento di produzione del denim, le fibre vengono separate da semi e altre impurità.
Nel reparto filatura, le fibre vengono lavorate per creare la base dei tessuti denim. Il tipo di filato e la sua torsione determinano la consistenza e la resistenza del tessuto. Il processo successivo è l’orditura, che prevede il trasferimento di filati da più coni su un unico subbio. I filati destinati a diventare ordito, che di solito è bianco, vengono inviati direttamente al reparto tessitura, mentre la trama viene solitamente tinta.
Il denim viene tradizionalmente tinto con l’indaco, che gli conferisce il caratteristico colore blu. Il denim può, però, anche essere tinto in altre tonalità, come il nero. Il processo di tintura include la bozzima per fissare il colore e rinforzare i filati. Anche il denim écru passa attraverso questa fase.
Dopo la tintura, i subbi vengono trasferiti al reparto tessitura, dove i fili di ordito vengono intrecciati con quelli di trama su un telaio per creare il vero tessuto denim. Questo passaggio determina le caratteristiche linee diagonali del tessuto.
L’ultima fase di produzione del denim è il finissaggio, che stabilizza i tessuti per prevenirne il restringimento e migliorarne l’estetica, la mano e le prestazioni. In seguito, i tessuti denim vengono sottoposti a controlli di qualità per assicurarsi che soddisfino gli standard e siano pronti per essere spediti per la realizzazione di jeans e altri capi.
I cartamodelli vengono disegnati in base allo stile e alla taglia del capo desiderato. Il tessuto denim viene quindi tagliato secondo questi disegni e i pezzi tagliati vengono cuciti insieme per creare il capo finito, come jeans, giacche o gonne.
Tradizionalmente, il denim era indossato crudo, il che significa che passava quasi direttamente dal telaio all’armadio. Tuttavia, al giorno d’oggi, viene spesso trattato in lavanderie industriali per ottenere diversi effetti che simulano, per esempio, l’usura e lo scolorimento, o ammorbidiscono il tessuto. Altri trattamenti, come la tecnologia laser, possono essere usati per creare speciali effetti. Questa fase distingue il denim dalla maggior parte dei tessuti, rendendo il suo processo di produzione unico e aprendo un mondo di possibilità per migliorarne l’estetica e le prestazioni.
Infine, accessori come rivetti, bottoni e cerniere vengono aggiunti per completare il capo. Altri elementi decorativi, come ricami e applicazioni, possono essere utilizzati per dare maggiore personalità al denim.
Le tecnologie usate nella produzione del denim
Abbiamo appena visto quanto la produzione del denim sia un processo complesso, che comprende varie tecnologie per trasformare le materie prime nel tessuto che conosciamo e amiamo. Per questo, ci sono tecnologie specifiche da usare nella moderna produzione di denim, in particolare durante il lavaggio e il trattamento in capo, che rappresentano le peculiarità della manifattura di denim e parte della bellezza e del fascino di questa icona, in quanto distinguono l’estetica finale da quella del tessuto non trattato.
In filatura, due metodi possono essere usati: ring oppure open-end. La filatura ring conferisce al denim la sua estetica più autentica e premium, garantendogli il tipico aspetto irregolare e un filato più soffice, resistente e di alta qualità. La filatura open-end velocizza il processo di produzione ed è meno costosa, in quanto richiede meno passaggi.
Il processo di tessitura, e i conseguenti tessuti denim, variano a seconda del tipo di telaio. I telai a navetta, la tipologia più antica e tradizionale, si basano su una navetta, solitamente di legno, che intreccia la trama con l’ordito e crea il denim cimosato, con il suo caratteristico bordo. Questo tipo di denim è il preferito di molti appassionati ed è conosciuto per il suo bordo bianco, con un filo colorato.
Nonostante i telai a navetta siano quelli storici della produzione tessile, essi sono stati ampiamente sostituiti da quelli a tutta altezza negli anni ‘60, quando la domanda di jeans aumentò. I telai a tutta altezza sono più veloci ed efficienti, permettendo di produrre maggiori quantità di tessuto.
Infine, i capi in denim vengono sottoposti a lavaggi e trattamenti in capo innovativi nelle lavanderie industriali, dove vengono usate tecnologie all’avanguardia come l’ozono e il laser. L’ozono minimizza i consumi di acqua e sostanze chimiche per scolorire il denim, mentre il laser simula l’usura e l’invecchiamento del denim, sostituendo le pratiche di carteggio manuale, che possono essere pericolose senza le dovute precauzioni.
Il processo di produzione di Candiani
Grazie all’unicità del suo processo produttivo, il denim subisce una metamorfosi simile a quella di un bruco in farfalla. Il denim di alta qualità ha il potere di esaltare le caratteristiche più belle. Nel corso degli anni, noi di Candiani abbiamo adottato, sviluppato e brevettato una serie di tecnologie per minimizzare l’impatto ambientale del nostro processo di produzione, massimizzandone l’efficienza e migliorando l’estetica, le performance e la mano premium dei nostri tessuti.
Vogliamo tracciare ed essere informati di tutto quello che succede nella nostra filiera. Per questo, abbiamo collaborato con Gowan Seed Company per sviluppare il nostro esclusivo cotone Blue Seed. Si tratta di una varietà ibrida senza OGM, che unisce le migliori caratteristiche di due mondi: l’alta qualità del cotone a fibra extra-lunga e la forza di quello Upland. Inoltre, è più resistente nei campi, in quanto ha bisogno di meno acqua e sostanze chimiche per la sua coltivazione.
Usiamo filati in cotone riciclato nel nostro processo di produzione, ottenuto da rifiuti tessili post-industriali, pre-consumo o post-consumo. Produrre tessuti denim 100% riciclati post-industriali o pre-consumo è possibile, mentre dobbiamo usare il nostro cotone Blue Seed per compensare la debolezza del contenuto riciclato post-consumo.
Infine, Candiani ha brevettato una tecnologia rivoluzionaria, che riguarda le fibre alternative. COREVA™ permette di creare il primo denim elasticizzato privo di plastica e compostabile al mondo, sostituendo i convenzionali filati sintetici con un materiale elastico a base vegetale, che può decomporsi in meno di sei mesi senza effetti avversi. Dei test hanno dimostrato che le rimanenza di COREVA™ possono aiutare la crescita e la germinazione delle piante, in quanto diventano compost.
Alcuni dei nostri principali progressi riguardano il processo di tintura e hanno l’obiettivo di ridurre l’uso di acqua, energia e sostanze chimiche, sostituendo, al contempo, i materiali tossici e inquinanti e migliorando la resa dei nostri colori.
Indigo Juice® è una tecnologia progettata per facilitare i lavaggi chiari, mantenendo il colore sulla superficie del filato e riducendo, così, la quantità di acqua, energia e agenti chimici necessari in lavanderia per ottenere estetiche vintage.
N-Denim è una tecnologia a base di azoto per prevenire lo scolorimento, ritardando il processo di ossidazione e permettendo al pigmento di penetrare più a fondo nel filato. Il risultato è un’ampia gamma di colori intensi e non convenzionali, che sbiadiscono più gradualmente rispetto a quelli creati con metodi di tintura tradizionali.
Kitotex® è la nostra tecnologia brevettata per sostituire il PVA, polimero a base di plastica, con il chitosano, polimero a base naturale. Il chitosano deriva da fonti rinnovabili ed è biodegradabile e non tossico. Inoltre, aiuta nel trattamento delle acque reflue e inibisce la crescita e la riproduzione dei batteri. Infine, Kitotex® migliora la saturazione del colore.
Sound Dye aiuta a risparmiare acqua nel processo in tintoria con l’uso degli ultrasuoni per risciacquare i filati. Vengono create delle microbolle nell’acqua, che implodono velocemente e generano violenti shock per rimuovere l’indaco in eccesso. Rispetto alle tecniche tradizionali, possiamo risparmiare circa 2 litri di acqua (quasi il 30%) per ogni metro lineare di denim.
Siamo, però, orgogliosi di valorizzare anche la tradizione del denim. Siamo l’unico produttore rimasto nell’area di Genova, patria del denim, e ci troviamo nel mezzo di una regione con patrimonio tessile centenario. Questo impegno è ben rappresentato dal nostro denim cimosato, creato con telai a navetta vintage. Ad ogni modo, lavoriamo sempre duramente per unire i prodotti più tradizionali ai nuovi materiali, come il cotone organico o rigenerativo, e usare le tecnologie più all’avanguardia, come Kitotex®, nel processo produttivo.
I nostri valori fondanti vengono incorporati, quindi, in tutti i nostri tessuti denim:
- made in Italy, in quanto abbiamo sempre prodotto a Robecchetto con Induno e il nostro successo si fonda sulle conoscenze della nostra comunità e sull’antica tradizione tessile della nostra area
- innovazione, in quanto cerchiamo costantemente nuove soluzioni per migliorare le estetiche dei nostri tessuti e ridurre l’impatto ambientale e sociale di prodotti e processi
- sostenibilità, in quanto crediamo che l’innovazione possa essere solamente sostenibile, seguendo non solo le stringenti normative dell’area naturale protetta in cui ci troviamo, ma anche diversi standard volontari